domenica 27 aprile 2014

OMICIDI DI STATO: RICCARDO MAGHERINI




Riccardo Magherini aveva 40 anni, moglie e figlio. E' morto mentre era nelle mani dei carabinieri, ma al momento risulta essere lui l'unico indagato. E a quasi 2 mesi di distanza non si sanno ancora le cause del decesso. 
 Luigi Manconiha diffuso questo video




è molto duro, si sente Riccardo che grida AIUTO mentre i carabinieri sono sopra di lui. E' uno dei pochi strumenti nelle mani dei familiari per cercare di ottenere verità e giustizia.
Aiutiamoli.
info: santegidiotradizioneultras@gmail.com




All'1.44  - arriva quella che viene definita auto medica perché pochi minuti dopo le 1.27 era giunta un'ambulanza ma sull'ambulanza non si trovata un medico. Due elementi cruciali, perche gli infermieri non prestano alcun soccorso alla persona riversa in strada e che si trova nella seguente condizione. Il volto sull'asfalto, il corpo esanime, le braccia dietro la schiena e i polsi ammanettati. Complessivamente dall'inizio di quello passano venti minuti. 

Ritroviamo la stessa amarezza di altri episodi. Magherini viene denunciato a piede morto. L'uomo viene denunciato per rapina perché si è impossessato di un cellulare per chiamare i carabinieri. Sono denunce inutili perché non si possono fare denunce a carico di morti. Queste persone, con la denuncia, vengono marchiate per orientare sulle cause di morte, bollando la vittima come una persona che vive fuori dalla legge. Magherini non ha mai mancato di rispetto alla legge. Era un assuntore di cocaina ma non per questo va definito fuorilegge.

Riccardo in quei momenti nella sua difficoltà vuole chiamare le forze dell'ordine perché potessero aiutarlo.Quello che succede è quello che si è visto nel video.

Subiscono una morte fisica ma anche una seconda morte: la stigmatizzazione che ha lo scopo di deformare l'immagine della vittima stessa, di evidenziare i tratti della sua biografia che possano apparire discutibili o addirittura inventando elementi della sua vita che si riveleranno falsi. Una vittima dunque che viene fatta passare come non degna di essere tutelata, con una biografia che non rientrerebbe nei canoni della rispettabilità. Tutto questo è scattato a sole 24 ore dalla morte.


NO ART. 9 !!

Partendo dal presupposto che ognuno è libero di accettare di venire “fidelizzato” (La fidelizzazione è l'insieme delle azioni di marketing volte al mantenimento della clientela già esistente), di usufruire di possibili agevolazioni e di partecipare a raccolte punti, vogliamo, in maniera chiara, spiegare perché ci opponiamo alla tessera del tifoso. 
Innanzitutto ci opponiamo all’idea del tifoso inteso come semplice consumatore da fidelizzare ad un prodotto. Il calcio è passione e non un qualunque prodotto da vendere!
Siamo legati ad un’idea romantica di partecipazione, ad un amore per il cavalluccio trasmesso dai genitori, dai fratelli, dagli amici, ad un legame che va oltre le categorie e i risultati sportivi. 

Oltre al ruolo di consumatore “fidelizzato”, che non ci piace, vorremmo fosse fatta chiarezza anche sull’aspetto legale della tessera. Come detto la tessera non può essere imposta per legge, non sarà obbligatorio possederla, rimarranno quindi tutte le limitazioni, biglietti nominali, trasferte vietate, obbligo di vendita ai soli residenti in provincia, che ricadranno sui “non-fidelizzati” e sui “cattivi”. Se per i primi è una limitazione alle proprie libertà, per i secondi é una violazione della costituzione italiana
L'articolo 9 della Legge Amato se applicato vieterebbe in maniera permanente l’accesso a tutti quei soggetti che nel corso della vita hanno ricevuto un Daspo. Se da giovane rubi qualcosa in un supermercato e ti prendono, risarcito il danno o scontata la pena, puoi tornarci a far spesa, se da giovane hai preso un Daspo non puoi più andare allo stadio, la pena è per sempre. Ricordate che il Daspo non è una condanna (perché non è preceduto da alcun processo, né da alcun Giudizio) ma una misura preventiva, decisa arbitrariamente dal Questore. Alla diffida talvolta segue un processo, che in molti casi proscioglie tutti gli imputati, perché diffidati senza prove oggettive dalla Polizia. Ebbene, anche questi ultras dichiarati INNOCENTI dallo Stato e che hanno scontato INGIUSTAMENTE una diffida o una parte rilevante d'essa, non potrebbero avere accesso allo stadio, perché l'art. 9 della Legge Amato non fa differenze neppure tra innocenti e colpevoli (quelli che vengono giudicati tali), fondandosi sull'esser stati "destinatari" del Daspo. Una misura che, limitando la libertà personale senza bisogno di prove e processo, vìola, di per sé, i diritti civili della persona. In pratica trasformerebbe una misura preventiva (illegittima) in condanna definitiva a vita (il che è anche incostituzionale, contro la costituzione). Detto questo una domanda sorge spontanea, chi ci guadagna in tutto questo? La sicurezza tanto sbandierata no, I tifosi no. Vediamo vantaggi soltanto per i grandi club, gli stessi che si mostrano indifferenti perfino al divieto delle trasferte: più tifosi restano a casa e maggiori saranno gli abbonamenti alle pay-tv per seguire la propria squadra in trasferta, maggiori saranno i soldi che le pay tv verseranno ai grandi club. Dietro a questo tipo di ‘fidelizzazione’ si cela solo un interesse di puro business che porterà a campionati composti da primi attori e tante comparse.